"Women house" (Casa delle donne) alla Monnaie de Paris

"Women house" (Casa delle donne) è l'incontro di due nozioni: un genere, il femminile, e uno spazio, quello domestico. Per lungo tempo l'architettura e lo spazio pubblico sono stati considerati elementi maschili, mentre storicamente lo spazio domestico era la prigione, o il rifugio, delle donne: questo dato di fatto storico non è certo frutto di una casualità, come ci illustra la mostra "Women House". Un concetto che ha ispirato la street artisti Kashink e a cui abbiamo dato carta bianca e chiesto di mettere in luce la mostra alla Monnaie de Paris. Nel video la sua creazione!

In 1.000 m2 e in una parte dei cortili della Monnaie de Paris, la mostra raccoglie le opere di 40 artiste del XX e XXI secolo che si sono confrontate con questo soggetto complesso, collocando così la donna al centro di una storia da cui è rimasta assente. Dopo la tappa parigina, Women House verrà accolto dal National Museum of Women in the Arts a Washington D.C a partire dall'8 marzo 2018. L'idea di avere un spazio di lavoro per sé a casa propria è stata teorizzata da Virginia Woolf, che incoraggiava le donne a trovare una stanza in cui potessero "chiudersi a chiave senza essere disturbate", nel saggio "Una stanza tutta per sé" del 1929. È questo l'anno da cui parte Women House, mostra che ambisce a tracciare un percorso tematico che si dipana fino a opere recenti prodotte da una giovane generazione di artiste, passando attraverso gli anni '70, momento di ribellione delle artiste contro la privazione di spazio reale (di esposizione e di lavoro) e simbolico, di riconoscimento.

40 artiste provenienti da 4 continenti

Le otto sezioni della mostra riflettono la complessità dei possibili punti di vista sulla tematica: non soltanto femministi ("Desperate Housewives"), ma anche poetici ("Una stanza tutta per sé"), politici ("Mobile-Homes") o nostalgici ("Case di bambole"). Le 40 artiste di Women House provengono dai quattro continenti. Oltre alla storica Claude Cahun, troviamo qui riunita una giovane generazione multietnica: l'artista messicana Pia Camil, l'iraniana Nazgol Ansarinia, la portoghese Joana Vasconcelos, la tedesca Isa Melsheimer e le francesi Laure Tixier e Elsa Sahal... Alcuni nomi sono conosciuti (Louise Bourgeois, Niki de Saint Phalle, Martha Rosler, Mona Hatoum, Cindy Sherman, Rachel Whiteread), altri sono stati oggetto di riscoperte recenti legate a una rilettura maggiormente paritaria della storia dell'arte (Birgit Jürgenssen, Ana Vieira, Laetitia Parente, Heidi Bucher).

Alcune opere monumentali saranno esposte nei cortili della Monnaie de Paris, in un percorso che lega il Pont des Arts al Pont Neuf, reso pubblico e accessibile dall'autunno del 2017.

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