Un marchio per l'eccellenza francese

Si chiama EPV, Entreprise du Patrimoine Vivant, ed è il marchio che premia le aziende francesi dal savoir-faire artigianale e industriale d’eccellenza. Ne abbiamo parlato con Olivier Mellerio, socio onorario del Comité Colbert, associazione di aziende del lusso e membro del consiglio d'amministrazione dell'EPV.

Come è nato il marchio Entreprise du Patrimoine Vivant e con quali criteri viene assegnato?
Si tratta di un marchio ufficiale dello Stato, creato nel 2005 e ispirato a un analogo marchio giapponese, Tesoro Nazionale Vivente, assegnato dagli anni ’50 ai Maestri d’arte. Il nostro marchio invece non va alle persone singole ma alle aziende e ha lo scopo di valorizzare e tutelare il grande patrimonio del savoir-faire francese. Il criterio base per l’assegnazione è l'eccellenza, con una particolare attenzione per quelle aziende e quegli artigiani che svolgono lavori particolari, sempre più rari e preziosi. Naturalmente i controlli sono rigorosi: esiste una Commissione Nazionale di Esperti e a livello locale delle commissioni che visitano regolarmente le aziende e ne controllano direttamente i requisiti di eccellenza. Attualmente le aziende del lusso nell’ambito del Comité Colbert sono 85 e 1.500 le aziende con il marchio EPV in tutta la Francia.

Possiamo dire che il marchio è un riconoscimento del savoir-faire francese e un supporto operativo?
Certamente sì! Un riconoscimento e una difesa del patrimonio manifatturiero francese. Stiamo particolarmente attenti al “fabriqué en France”, condizione imprescindibile, e anche alla trasmissione del savoir-faire: molte delle aziende premiate con il marchio sono aziende che tramandano di padre in figlio tradizioni di eccellenza secolari.

Un’eccellenza del savoir-faire francese importante anche per il turismo: esiste un legame oggi fra le Entreprises du Patrimoine Vivant e l’attrattività turistica della destinazione Francia?
Naturalmente, e da molti punti di vista. Le aziende organizzano spesso delle visite aperte al pubblico, creano manifestazioni, partecipano a saloni d’arte proprio per far conoscere in Francia e all’estero l’eccellenza del nostro savoir-faire. Una motivazione turistica importante. Sono state realizzate in tutta la Francia delle Strade delle Entreprises du Patrimoine Vivant, un invito a scoprire il territorio in modo originale fermandosi da artigiani, atelier, showroom e musei del savoir–faire per condividere passioni e scoperte.

Tra l'altro la sua famiglia ha una lunga tradizione nell'arte della gioielleria: eccellenza francese con un tocco italiano?
Sì, la mia famiglia è originaria della Val Vigezzo in Piemonte, la “Valle dei Pittori” ed è arrivata in Francia nel 1515. Ma abbiamo continuato a tenere vivo il rapporto con l’Italia, e torniamo regolarmente nel villaggio di Craveggia. Forse è da quelle origini artistiche che è nata la nostra passione per la gioielleria.

La gioielleria più antica del mondo

I gioielli esistono fin dall’antichità, è noto. Ma il primo negozio ufficiale di gioielli è Mellerio. Arrivati in Francia agli inizi del ‘500 come piccoli commercianti, nel 1613 i Mellerio ottengono da Maria de’ Medici il il privilegio di vendere in esclusiva oggetti preziosi in tutto il territorio francese. Da allora si sono succedute 14 generazioni di gioiellieri. Dal 1815 la sede di Mellerio è nella centralissima rue de la Paix e le realizzazioni prestigiose non si contano: gioielli per regine e principesse, per i più grandi stilisti, il Pallone d’Oro nel 1955, il Trofeo per il Roland Garros nel 1981. Nel 2013, per i 400 anni, Mellerio ha realizzato una collezione ispirata e dedicata a Maria de' Medici. E c’è già qualche idea per il 2019, l’Anno del Rinascimento…