Good France, Good Paris

"Il potere della cucina è di far sognare e donare felicità"

È con queste parole che Alain Ducasse ha lanciato l’evento Goût de France / Good France che lo scorso 19 marzo ha visto la partecipazione di 1.000 chef a proporre tutti insieme, lo stesso giorno, una cena alla francese. 1.000 chef con 1.000 menù in 5 continenti: un evento grandioso!
Ha riscosso un enorme successo anche in Italia, con l’adesione entusiasta di un centinaio fra bistrot e trattorie e chef d’eccellenza (la partecipazione più alta a livello mondiale!). Qualche nome? Da Andrea Bertona Giancarlo Perbellini, da Davide Scabin a Davide Oldani, e poi Claudio Sadler, Heinz Beck, Nadia Santini, Matteo Baronetto, Gennaro Esposito… Nell’anno dell’Expo dedicata all’alimentazione, una delle prime esemplificazioni concrete dell’iscrizione nel Patrimonio Immateriale dell’Unesco del repas à la française, ma anche un tassello chiave di una strategia di promozione della Francia,vista la sempre maggiore importanza dell’enogastronomia. Mai infatti il turismo enogastronomico ha conosciuto il successo di oggi. Un turismo che affascina sia i francesi (uno su cinque sceglie la propria destinazione di vacanza perchè è legata al vino e al cibo) che gli stranieri (uno su tre viene in Francia per l’enogastronomia). E una conferma dell’eccellenza della cucina francese, di stagione e del territorio, attraverso il dinamismoe la creatività degli chef. Tra loro, un mito gastronomico: Alain Ducasse.

Ducasse e la cucina, passione di una vita

Uno chef leggendario, che ha cominciato nel 1975, a 19 anni, dal grande Michel Guérard, un percorso che lo ha portato alle più alte vette della gastronomia e a collezionare decine di stelle. Nel 1987, a 33 anni, Ducasse venne chiamato a guidare il Louis XV, l’esclusivo ristorante dell’Hôtel de Paris di Montecarlo,che con lui ottiene le 3 stelle Michelin. Esattamente come il “suo” ristorante al Plaza Athénée di Parigi. Oggi Ducasse è a capo di un impero gastronomico che conta nel mondo una trentina di locali. Ognuno con una sua caratteristica, ma tutti ispirati alla sua filosofia di fondo: “La cucina nasce dai prodotti, e cucinare vuol dire esaltare il sapore dei prodotti. Un principio semplice, ma basilare”. Ducasse è sempre particolarmente attento alle tendenze della cucina contemporanea: “Oggi c’è un incredibile interesse per il cibo. C’è più informazione, più attenzione,anche verso un uso razionale delle risorse”. Un orientamento, in perfetta sintonia con iprincipi dell’Expo 2015.

Parigi, tendenza bistronomie

Nonostante spazi fra luoghi diversi, Italiacompresa, la città del cuore di Ducasse rimane Parigi, a cui ha dedicato un libro, J’aime Paris, guida molto speciale e inevitabilmente gourmande della capitale. Attenta a scoprirne la multicultura, ma anche alla ricerca della tradizione, magari rivisitata.
Uno degli indirizzi citati è per esempio Le Baratin al n. 3 di rue Jouye-Rouve, nel 20° arr., fuori dal centro. Atmosfera da vecchio bistrot, menù scritto sulla lavagna e la cucina della chef argentina Raquel Carena così semplice e personale. Oppure La Crèmerie, al 9 di rue des Quatre Vents, a Saint-Germain, dove Ducasse ama degustare la burrata con qualchepomodoro ciliegino, il camembert fermier, il tian di verdure preparato da Hélène…
Lo spirito del bistrot, così compiutamente parigino, è nel cuore di Ducasse che a Parigi gestisce Benoit, l’unico bistrot stellato della capitale, aperto nel 1912 al 20 di rue Saint Martin e rimasto come allora. Secondo lo chef, non esiste posto “più bistrot e più parigino di Benoit”. E ha appena riaperto dopo un restyling lo storico Allard, nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, altro bistrot d’atmosfera,datato 1932 (41, rue Saint-André-des-Arts).
Insomma, la tendenza bistronomie è sempre viva a Parigi. Parola di Ducasse.

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