Il savoir-faire dell’accoglienza francese

Dalle chambres d’hôtes ai boutiques hotel di charme, fino all’eccellenza dei palace, l’accoglienza è uno dei punti di forza dell’ospitalità in francia. Un savoir-faire che si estende ai luoghi di spettacolo e di divertimento, come gli storici cabaret.

L’eccellenza dei Palace

I Palace – una categoria d’eccellenza fra i più esclusivi 5 stelle, creata ufficialmente nel 2010 - sono indirizzi straordinari, sparsi un po’ in tutta la Francia, da Parigi alla Costa Azzurra. Scenari prestigiosi, spesso in palazzi storici, una straordinaria qualità dei servizi, personale impeccabile e attento agli ospiti 24 ore su 24, con un tocco di cordialità speciale, ristoranti celebrati, spa favolose: insomma un’immersione totale nell’arte di vivere alla francese. Oggi sono 25 gli hotel che hanno ottenuto il riconoscimento di Palace, tutti espressioni di un savoir-faire unico. Ne abbiamo parlato con Luca Allegri, 50 anni, un percorso professionale nei più esclusivi hotel, e ora nuovo Presidente e Direttore Generale di uno dei Palace più prestigiosi di Parigi, il Bristol.

Gli hotel di lusso, e il Bristol ne è un esempio, fanno parte del savoir-faire francese: quali sono secondo lei gli elementi chiave della sua eccellenza?
Le Bristol Paris è oggi un punto di riferimento per il savoir-faire alla francese grazie ai diversi servizi ed esperienze che offre. Una posizione unica, sulla famosa Rue du Faubourg St Honoré, nel cuore di Parigi, 190 camere e suite, ognuna con un design unico per far sentire i nostri ospiti a casa. Il nostro Chef Éric Frechon punta sempre all’eccellenza: all’Epicure (3 stelle Michelin), alla brasserie di lusso 114 Faubourg (1 stella Michelin) e al Café Antonia. D’estate il Jardin Français per un pranzo tranquillo, la sera Le Bar du Bristol. La Spa Le Bristol by La Prairie offre marche esclusive come La Prairie, KOS Paris, e ora Tata Harper, marca americana di prodotti naturali. L'esclusiva piscina del 6° piano, in legno di teak, dà l'impressione di nuotare su un veliero nel Mediterraneo. Ma soprattutto, ciò che distingue Le Bristol Paris è il suo livello di eccellenza nel servizio, realizzato ogni giorno dal nostro staff di oltre 600 dipendenti.

Lei è italiano e ha una grande esperienza del mondo del lusso e della Francia, quali savoirfaire francesi attraggono la clientela italiana?
Secondo me, ci sono tre punti che rappresentano il know-how francese. Prima di tutto, il savoir-être e il savoir-faire alla francese: l'eccellenza in Francia è riconosciuta dal concorso dei “Meilleurs Ouvriers de France”. Abbiamo l'onore di averne tre al Bristol: lo chef Éric Frechon, il suo secondo Franck Leroy e Frédéric Kaiser, vicedirettore della ristorazione. Gastronomia ed eccellenza del servizio, la gentilezza e l’empatia sono essenziali soprattutto nel mondo del lusso! Il secondo punto è la cucina francese. Il nostro chef Éric Frechon vanta 4 stelle Michelin (3 per Epicure e 1 per il 114 Faubourg) e Julien Alvarez, campione del mondo di pasticceria, è chef pasticciere al Bristol. Il terzo punto è la storia. L’hotel è nato nel 1925 e continua a mostrare il savoir-faire e l’eccellenza francese.

Quali sono gli elementi fondamentali per un Palace e un Palace parigino?
Le Bristol Paris, gioiello della Oetker Collection, ha una lunga e bella storia da quasi un secolo. Una storia di famiglia, di stile e perfezione unica. La soddisfazione dei nostri ospiti con l’eccellenza del servizio e lo stile di vita francese, questi sono gli elementi fondamentali del nostro successo. Ed è così che un hotel parigino ricco di storia diventa un Palace leggendario.

Il cabaret, l’arte del divertimento

In origine erano delle specie di taverne dove si poteva anche cantare, ritrovo di artisti. Nel XVI secolo scrittori come La Fontaine, Molière e Racine frequentavano il Mouton Blanc, in rue du Vieux-Colombier, e poi il Croix de Lorraine, nell’attuale rue Bourg-Tibourg. A fine ‘700 pittori, poeti e musicisti si trovavano a Le Caveau, cabaret di rue de Buci. Ma i veri cabaret moderni fanno la loro comparsa dall'800: Les Folies Bergère inaugura nel 1869 in rue Richer, Le Chat Noir che apre a Montmartre nel 1881 e poi via via Le Paradis Latin, Le Lido, Le Crazy Horse. Uno dei più famosi ancora oggi è il Moulin Rouge, creato nel 1889 nel quartiere di Montmartre, tempio del French Cancan e fonte di ispirazione per Toulouse-Lautrec.

Il savoir-faire del Moulin Rouge

Il Moulin Rouge è un mito, con la sala dai decori Belle Epoque, i manifesti e gli affreschi originari, e fa sognare ogni sera visitatori da tutto il mondo. Merito dell’accoglienza attenta e calorosa di maître, chef, camerieri in smoking che offrono un servizio personalizzato e caloroso. Lampade rosse sui tavoli, 60 artisti tutte le sere, 100 costumi di piume, strass e paillettes, la cucina dello Chef David Le Quellec e dello Chef pasticcere Eric Barnerias. Ma il Moulin Rouge tutela anche il savoir-faire di atelier artigianali: dietro i costumi favolosi ci sono infatti storiche aziende. La Maison Clairvoy, atelier in rue Fontaine a Parigi, dal 1945 crea calzature artigianali per i più grandi artisti, un savoir-faire trasmesso di generazione in generazione. Le ballerine del Moulin Rouge sanno che gli stivaletti da cancan della Maison Clairvoy assicurano una stabilità perfetta. Occorrono 30 ore di lavoro per realizzarne un paio. La Maison Février nell’atelier di rue Lepic lavora le piume dal 1929. Costumi, boa, ventagli, colli, per i più grandi cabaret e spettacoli e per artiste famose, da Mistinguett a Joséphine Baker, Dita Von Teese, l’Opéra Garnier, il Cirque du Soleil, case di moda: Yves Saint Laurent, Dior, Louis Vuitton… La Maison Valentin, atelier di ricamo, decora i costumi degli spettacoli, anche per l’Opéra, il circo Bouglione, Disneyland Paris, Givenchy… E nell’Atelier de Création del Moulin Rouge, 10 sarte e sarti appassionati lavorano per rendere perfetti i costumi di ballerine e ballerini: i costumi della rivista Féerie richiedono da 10 a 280 ore di lavoro secondo i modelli!

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