La Fondazione Carmignac: un viaggio interno a Porquerolles

Vent’anni fa Édouard Carmignac si innamorò del mas della Courtade, nell’isola di Porquerolles. Il 2 giugno 2018, suo figlio maggiore Charles vi inaugura la Fondazione Carmignac aprendo al pubblico la collezione di opere d’arte paterna. Per poterle ammirare bisognerà prendere il battello, attraversare il sottobosco, camminare tra vigneti e olivi centenari, nel profumo inebriante degli eucalipti. Un’esperienza unica attende il visitatore: Charles Carmignac la svela in anteprima.

Alle origini di questo viaggio c’è la collezione di suo padre. Che cosa la caratterizza?

È una collezione molto personale, costituita essenzialmente da opere d’arte del dopoguerra e della Pop Art. Alcune sono stati dei colpi di fulmine. Contengono molto humour, e derisione. Sono caratterizzate da uno slancio vitale che non può non risvegliare lo sguardo di chi le ammira. Il messaggio è: "Aprite gli occhi per guardarvi all’interno e collegarvi meglio a quello che vi sta intorno".

L’esperienza del visitatore inizia anche prima di sbarcare sull’isola di Porquerolles: che cosa ci può raccontare di questa prima tappa del viaggio?

È lo spartito della traversata, il percorso in rilievo del visitatore-viaggiatore. Il viaggio mentale comincia a dipanarsi appena si solca il mare. Quando si arriva sull’isola, sopraggiunge un’impressione di straordinaria liberazione , una dilatazione del tempo e dello spazio. Ci si allontana un po’ dall’ambiente consueto per vivere l’esperienza dell’isola interna, di questo potere misterioso di trasformazione che può essere dato dal contatto con un’opera d’arte. Soli, di fronte a un’opera sul far della notte possono succedere cose straordinarie...

Il progetto architettonico come si integra nel paesaggio?

Il museo è nascosto sotto la casa. All’improvviso lo spazio si dilata, svelando 1.500 m² di mostra allestita su più livelli, senza che si abbia mai l’impressione di essere sotto il livello superficiale grazie a un gioco di luci e volumi. Ci saranno anche due parchi di sculture: a nord, un labirinto, capanni e opere misteriose, introspettive; a sud, volti e busti che si ergono lungo il percorso del visitatore invitandolo a interrogarsi.

Che stato mentale bisogna adottare arrivando?

Curiosi... Con tutto il tempo davanti a sé. Disposti ad abbandonarsi, a meditare, nel giardino, a conversare con la propria compagna o compagno. Sono tanti gli spazi che possono contribuire a lasciarsi andare.

Come comincerà la visita?

Verrà chiesto al visitatore di togliere le scarpe, quindi sarà proposta una bevanda elaborata a base di piante medicinali coltivate in loco. Questo rito di accoglienza creerà nel visitatore le condizioni propizie affinché succeda qualcosa. È il concetto del sentimento oceanico: un momento di grazia, un’esperienza di ordine mistico, dove l’io si fonde in qualcosa di immenso.